La ricetta dell’arista all’arancia è antica. Nasce a metà del 1400 in Toscana, da dove viene anche il termine arista, derivato dal greco aristos (il migliore), con cui un tempo i fiorentini chiamavano il filetto di maiale.
Il condimento con le arance sembra risalire al 1500, grazie ai cuochi dei Medici, che utilizzavano il succo d’arancia (frutto allora piuttosto raro) per prolungare la conservazione della carne. Evidentemente notarono che in questo modo acquistava anche un miglior sapore.
Per la migliore riuscita dell’arista è preferibile scegliere una carne non troppo magra: un po’ di grasso rende l’arrosto più morbido e saporito. Ma soprattutto occorre fare molta attenzione alla temperatura e ai tempi di cottura. Il rischio – piuttosto reale – è che la carne si asciughi eccessivamente e diventi stoppacciosa. È però impossibile dare indicazioni precise al riguardo, perché i tempi dipendono dalla qualità della carne, dal suo peso e dal tipo di forno.
In generale per l’arrosto di maiale è da preferire una cottura lunga a temperatura media, con una botta di calore finale per rosolare l’esterno. Con 40 minuti a 200° l’arista cuoce sicuramente, però rosolandosi fuori e seccandosi dentro. Meglio un’ora a 160° e poi 15 minuti a 180°, però se la carne è di almeno 1,2 kg o più. Nel nostro caso, 50 minuti a 160° e poi 10 minuti di grill hanno dato un risultato eccellente.
Ribadiamo, però, che le valutazioni sulla cottura sono sempre individuali. Partendo dal presupposto che il maiale deve cuocere in modo uniforme senza mai restare al sangue! Dopodiché la cottura dipende dalla conoscenza del forno e dall’affidabilità del suo termostato.
In ogni caso tenere d’occhio la carne: se dopo 30 minuti sta già rosolandosi esternamente il calore è eccessivo.
DOSI PER 4 PERSONE
Ricetta dell’arista all’arancia:
gli ingredienti
- 800 g di arista di maiale
- 2 arance
- 2 spicchi d’aglio
- 60 g di burro
- 6 bacche di ginepro
- Un paio di rametti di timo
- Olio extravergine
La preparazione
- Sfilettate finissima oppure grattugiate la buccia delle 2 arance (solo la parte colorata). Spremete il succo di una arancia e mezza e tenetelo da parte insieme alla mezza arancia non spremuta
- In un tegame riscaldate 50 g di burro con 3 cucchiai di olio. Deponeteci l’arista, alzate di poco il fuoco e fatela rosolare da ogni lato
- Togliete il tegame dal fuoco e aggiungete nel fondo di cottura la buccia delle arance con i 2 spicchi di aglio tritati fini. Profumate con il timo e con le bacche di ginepro (dopo averle leggermente schiacciate) e completate con una presa di sale. Mescolate il fondo e spennellateci l’arista
- Mettete il tegame a mezza altezza nel forno preriscaldato a 160° e lasciate cuocere per 50 minuti. Ogni 20 minuti rigirate l’arista, umettandola con il fondo di cottura
- Sbucciate al vivo la mezza arancia non spremuta, tagliatela a fettine e adagiatele nel fondo di cottura del tegame. Quindi fate cuocere altri 15 minuti con il grill (oppure 20 minuti a 190°), rigirando la carne ogni 5 minuti. Estraete l’arista dal forno, toglietela dal tegame (comprese le fette di arance) e aspettate che sia stiepidita per tagliarla a fette
- Intanto preparate la salsa all’arancio, deglassando il fondo di cottura. A questo scopo versate nel tegame il succo delle arance tenuto da parte e – aiutandovi con una spatolina – mescolate a lungo su un fornello a fuoco dolcissimo. Lo scopo è di sciogliere nel succo d’arancia ogni grumo di grasso e di carne rimasto attaccato nel fondo e nelle pareti del tegame, anche le parti bruciaticce. Dopodiché alzate di poco il fuoco e continuate a mescolare mentre il succo delle arance sobbolle lentamente fino a dimezzarsi di volume. Ora spegnete, aggiungete i 10 g di burro rimasti e amalgamate bene. Ecco così pronta la salsa nella quale farete riscaldare le fette di arista all’arancia – a fuoco dolcissimo – subito prima di servirle in tavola
Attimi di…vini
Brevi consigli del sommelier Ilaria Lombardo ( @Ilarietta77 ) su come bere moderatamente ma bene, abbinando nel modo migliore vini e piatti regionali
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Ad un piatto come questo l’abbinamento ideale è un ottimo Chianti Classico Dogc, quello per intenderci che riporta sull’etichetta un gallo nero, simbolo del Consorzio Vino Chianti Classico.
Vino dal colore rosso rubino intenso, in cui prevalgono sentori decisi e forti come le more e i lamponi, la vaniglia e l’inconfondibile profumo della viola. È un vino dotato di una buona acidità e nel complesso equilibrato, con un tannino che seppur presente, non impasta la bocca, ma la armonizza appunto con l’arista. Non sentite un retrogusto di mandorla e le spezie, frutto del lungo affinamento in legno?
Temperatura di servizio 16 – 18 °C.